Dazi, Alleanza Cooperative al commissario Sefcovic: bene gli accordi ma rispettare le IG e clausole automatiche

«Vanno bene gli accordi commerciali ma solo se tutelano in maniera adeguata le indicazioni geografiche e se ci sono clausole automatiche. Rispetto al mercato degli Stati Uniti, la priorità oggi è arrivare al dazio zero per il vino: in questa fase di incertezza prolungata, le nostre cooperative principali si sono fatte carico dei dazi e hanno compresso i margini (dove c’erano) per i vini a scaffale tra i 6 e gli 8 dollari».

È il messaggio che Cristian Maretti, presidente di Legacoop Agroalimentare, ha rivolto al Commissario europeo per il Commercio, Maroš Šefčovič, nel corso di un incontro a Roma al ministero dell’Agricoltura, presente il ministro Francesco Lollobrigida, dedicato alle politiche agricole e commerciali dell’Unione europea. Maretti, che ha parlato a nome di Alleanza delle Cooperative, era accompagnato da Antonello Capua di Agci Agroalimentare e da Giovanni Guarneri di Fedagri Confcooperative.

«Questo – ha spiegato Maretti – avrà un impatto inevitabile sul pagamento delle uve, perché non è possibile un recupero totale dalla fase di trasformazione in cantina. Per i vini a maggior prezzo ci si è accollati solo il 50% del dazio, confidando su una maggiore inelasticità della domanda rispetto al prezzo. Ma anche influenzato da questo, stiamo già vedendo cali di consumo rilevanti».

Il presidente ha sottolineato come le politiche di promozione sui mercati esteri, a partire dagli Stati Uniti, ma anche verso nuove aree di sbocco, siano «ormai inevitabili» per sostenere la tenuta del comparto vitivinicolo europeo.

«Le nostre principali cantine – ha aggiunto – hanno le assemblee di bilancio ai primi di dicembre, perché operano con esercizi infrannuali: sarà a quel punto necessario poter presentare possibili azioni di sostegno alle cooperative e ai produttori. Senza interventi tempestivi sarà molto difficile immaginare un 2026 sereno: serve una soluzione che riporti stabilità e fiducia lungo la filiera».

Come ha sottolineato Giovanni Guarneri(Confcooperative Fedagripesca) «Gli accordi bilaterali sono uno strumento fondamentale per sostenere l’export delle imprese cooperative agroalimentari italiane in un quadro di incertezza politica e ridotta competitività causata dalla svalutazione del dollaro. È altresì strategica la centralità della tutela delle IG per garantire la trasparenza sul mercato globale dell’origine dei prodotti agro-alimentari italiani. Ringraziamo l’impegno del Commissario Sefcovic e il ministro Lollobrigida su questi fronti».

Sul fronte commerciale globale, Maretti ha poi osservato che «il Mercosur può rappresentare una prospettiva positiva per il nostro settore, ma vanno rafforzate le clausole di salvaguardia, con la possibilità di unimmediato blocco delle importazioni quando vengono individuate produzioni provenienti da aree a rischio forestale».

Per Antonello Capua, presidente Agci Agroalimentare «Di fronte al rischio concreto di nuovi dazi sui nostri prodotti agroalimentari, in particolare da parte degli Stati Uniti, è fondamentale che la Commissione europea valuti con urgenza l’istituzione di un fondo di emergenza per tutelare le esportazioni. Tale strumento potrebbe integrarsi con l’Ocm Promozione, rafforzando la capacità di diversificare i mercati di destinazione». Inoltre «sul fronte dell’accordo UE–Mercosur, chiediamo garanzie chiare sul principio di reciprocità: non possiamo accettare che entrino in Europa prodotti ottenuti con fitosanitari vietati da noi, o in condizioni ambientali e lavorative non conformi ai nostri standard. Servono clausole di salvaguardia vincolanti. Infine, è imprescindibile che la Commissione assicuri ai consumatori europei un livello minimo garantito di sicurezza, tracciabilità e qualità, anche nei futuri accordi con Paesi terzi».

La questione dazi colpisce anche prodotti a indicazione geografica come il Pecorino Romano «che si è trovato un dazio al 15% prima assente», sottolinea Maretti, con conseguenze importanti di mercato dal momento che le vendite negli Usa pesano per il 60% del totale dell’export.

Maretti ha ribadito al Commissario Šefčovič la necessità di una risposta politica ed economica all’altezza della sfida. «Il settore agricolo europeo – ha concluso – non può essere lasciato solo a gestire le turbolenze dei mercati internazionali. Serve una politica commerciale coerente con quella agricola, capace di tutelare i produttori, garantire concorrenza leale e rafforzare il modello cooperativo come strumento di stabilità economica e sociale nei territori rurali».

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