Ue, Coldiretti: da Sefcovic nessuna risposta su reciprocità nel Mercosur

Dall’incontro con il Commissario Ue al Commercio non sono arrivate le risposte attese sul far valere il principio di reciprocità nell’accordo con il Mercosur, necessario per salvaguardare la filiera agroalimentare italiana ed europea.
Lo afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini al termine del vertice con Maroš Šefcovic nella sede del Masaf, a Roma, assieme al ministro Francesco Lollobrigida.

“Al Commissario abbiamo spiegato che non siamo contrari per principio agli accordi commerciali, ma è evidente che quello con il Mercosur, per come è stato impostato, non favorirà di certo il settore agricolo, aumentando la concorrenza sleale, la pressione al ribasso sui prezzi e i rischi per la salute dei cittadini – ha sottolineato Ettore Prandini –. L’intesa non può funzionare se non si garantisce il rispetto del principio di reciprocità sugli standard produttivi. E le stesse clausole di salvaguardia, peraltro non automatiche, non offrono alcuna garanzia rispetto ai danni per le nostre imprese. Inoltre, la Commissione Ue sembra incapace di comprendere la necessità di un sistema di controlli efficaci su ciò che entra nell’Unione. Oggi in Europa – ricorda – viene verificato appena il 3% dei prodotti importati, con un sistema che lascia ai singoli Stati membri il compito di decidere i controlli, creando inevitabili dinamiche al ribasso. Un’ultima cosa è bene ricordare – ha aggiunto Prandini – l’accordo Mercosur risale a 19 anni fa, quando spesso l’agroalimentare veniva usato come merce di scambio. Oggi il settore è trainante e queste logiche non sono più accettabili”.

Un altro tema posto da Coldiretti riguarda i dazi della Cina sul comparto suinicolo, e “su questo – ha sottolineato Prandini – è urgente avere risposte tempestive da parte dell’Europa”.

Sul tavolo anche la questione dei dazi Usa: “Abbiamo chiesto un intervento tempestivo anche perché nei primi mesi di applicazione si sono già fatti sentire gli effetti sul settore agroalimentare. Se il dato complessivo di settembre per tutti i settori segna un aumento del 34% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, trainato soprattutto dai mezzi di navigazione marittima, per l’agroalimentare la situazione è tutta da decifrare. Le prime anticipazioni Eurostat sul vino indicano un calo del 18% a settembre, comunque migliore del -30% di agosto. Proprio agosto, primo mese di applicazione dei dazi al 15%, aveva visto un crollo importante per quasi tutto il cibo tricolore negli Stati Uniti: dal -36% per i trasformati del pomodoro al -62% per l’olio extravergine d’oliva, secondo l’analisi Coldiretti su dati Eurostat. Male anche la pasta (-21%), mentre più contenuto è stato il calo dei formaggi italiani (-12%), che nei mesi precedenti avevano registrato risultati positivi in controtendenza rispetto agli altri comparti”.

Alla luce del recente accordo commerciale tra Stati Uniti e Cina, e considerando che gli Usa restano il primo mercato extra-Ue per l’export agroalimentare nazionale, si rafforza la consapevolezza che le scelte strategiche di Bruxelles siano oggi particolarmente decisive.

Secondo il rapporto Coldiretti/Censis, ben l’81% degli italiani giudica essenziale che la Ue avvii nuove trattative con Trump per ottenere esenzioni dai dazi nei settori chiave come il vino, mentre quasi la stessa percentuale di cittadini ritiene che l’Unione debba cambiare approccio.

 

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