World Pasta Day, CREAFUTURO: l’intervista a Margherita Mastromauro, presidente pastai italiani-Unionfood

Il grano duro è un pilastro del nostro agroalimentare, ma non basta e ogni anno siamo costretti ad importarne dall’estero. Abbiamo approfondito il tema con Margherita Mastromauro, che ci aiuta a fare chiarezza sulle sfide e sulle prospettive future

Il grano duro è un pilastro del nostro agroalimentare, base indispensabile per la pasta, icona del made in Italy, di cui siamo leader mondiali con il 48% della produzione globale. Proprio per questo – nonostante la sua qualità riconosciuta – il grano duro italiano non basta e ogni anno siamo costretti ad importarne dall’estero. Ma non si tratta solo di quantità: entra in gioco anche un discorso di qualità, standard e competitività. Il futuro della filiera passa dalla capacità di innovare, di migliorare le produzioni nazionali e di rispondere alle nuove sfide globali: sostenibilità ambientale, cambiamenti climatici, qualità costante e capacità competitiva sul mercato. In questo scenario Il CREA, con la sua attività scientifica, può essere un alleato strategico per rendere più forte, resiliente e indipendente l’intero sistema agroalimentare italiano.

Abbiamo approfondito il tema con Margherita Mastromauro, presidente dei Pastai Italiani di Unione Italiana Food, che ci aiuta a fare chiarezza sulle sfide e sulle prospettive future della filiera pastaria  italiana e del grano duro di casa nostra.

Il grano duro nazionale è fondamentale, ma non basta. Qual è il suo ruolo nella produzione della pasta italiana? 

Il grano duro nazionale è essenziale per la produzione di pasta. Non è un caso se l’industria pastaria assorbe la quasi totalità della produzione di grano nazionale.

Perché l’Italia è costretta ad importare una parte del grano duro necessario alla produzione?

Siamo costretti ad acquistare il 30%-40% del nostro fabbisogno dall’estero, sia per colmare un deficit quantitativo – che effettivamente esiste – sia per ragioni di tipo qualitativo.

Qualità e standard: perché servono anche i grani esteri? Come contribuiscono i grani esteri alla reputazione della pasta italiana?

Grazie alla legge di purezza, introdotta tanti anni fa sulla pasta, la nostra pasta deve avere un contenuto di glutine e un indice proteico più elevati rispetto alla concorrenza. Per garantire questo tenore proteico e questo indice di glutine, quindi, è necessario talvolta miscelare i grani duri, i nazionali con quelli esteri. Questo è essenziale per mantenere quella reputazione, che ci siamo guadagnati negli anni, di essere i migliori.

Qual è il ruolo della ricerca scientifica, in particolare quella del CREA? 

Il CREA, è l’ente di ricerca sull’agroalimentare più importante, e noi ci aspettiamo che attraverso le sue ricerche e il suo know-how scientifico possa dare un contributo rilevante al miglioramento della nostra produzione di grano duro e di pasta, in termini quantitativi e qualitativi, senza dimenticare il tema per noi ormai imprescindibile della sostenibilità, del cambiamento climatico  e anche della necessità di avere una maggiore competitività e una maggiore efficienza produttiva.

LEGGI TUTTO L’ARTICOLO

The post World Pasta Day, CREAFUTURO: l’intervista a Margherita Mastromauro, presidente pastai italiani-Unionfood first appeared on Agricolae.

Aggiungi ai preferiti : Permalink.

I commenti sono chiusi.