Origine e caratteristiche dei principali substrati utilizzati nelle colture senza suolo

substrato cocco

Origine e caratteristiche dei principali substrati utilizzati nelle colture senza suolo

Substrato Origine e breve descrizione
Torba bionda, bruna e nera Organica. Residui vegetali più o meno decomposti, con sufficiente ritenzione idrica eminerale
Fibra di cocco   Organica. Si ricava dalla palma da cocco. Ha pH fra 5 e7, buona capacità idrica e CSC. Più facile ad imbibirsi della torba. Può contenere salinità.
Compost vegetale   Organica. Deriva dal compostaggio dei residui vegetali: se non attentamente controllato può avere caratteristiche molto variabili a seconda della stagione a causa del tipo di materiale compostato.
Compost di cortecce Organica Deriva dal compostaggio delle foglie di alberi (latifoglie o aghifoglie).
Lolla di riso   Organica. Sono le glumelle derivanti dal processo di lavorazione del riso. Poiché contiene molti semi, per il suo utilizzo è necessaria la sterilizzazione con vapore. Ha scarsa capacità idrica e di CSC.
Sabbia Minerale Scarsa capacità idrica e di CSC
Pomice e lapillo Minerale Materiali porosi di origine vulcanica, con scarsa capacità idrica e di CSC
Perlite   Artificiale. Si ottiene per riscaldamento a 1000° C di un silicato di alluminio. Si ottiene materiale bianco molto leggero con scarsa capacità idrica e CSC quasi nulla.
Vermiculite Artificiale. Deriva dal riscaldamento a 745 °C per 1 minuto di un silicato di alluminio, ferro e magnesio. Buona capacità idrica e CSC
Argilla espansa   Artificiale. Deriva dal riscaldamento dell’argilla ad alta temperatura. Ha bassa capacità idrica e CSC nulla
Lana di roccia   Artificiale. Si ottiene dalla fusione a 1500°C di silicati di alluminio, calcio e magnesio e carbon coke. E’ molto utilizzato in Olanda perché molto porosa, stabile, sterile, ha un’elevata ritenzione idrica e una CSC nulla.
Polistirene espanso Artificiale. Non ha capacità di ritenzione idrica nè di CSC.
Poliuretano Artificiale. Deriva dagli scarti dell’industria. Si usa previa macinazione e successiva trasformazione in scaglie. Ha bassa capacità idrica e nulla CSC

Capacità di scambio cationico (CSC)

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