BANDO Regione Umbria Psr 2014 -2020 misura 4.1 Sostegno a investimenti per il miglioramento delle prestazioni e della sostenibilità globale delle aziende agricole

PSR UMBRIA misura 4.1L’ avviso è emanato in anticipazione all’approvazione del PSR per l’Umbria 2014/2020 nel rispetto delle disposizioni previste nella proposta di programma già concordata a livello tecnico con i Servizi della Direzione Generale Agricoltura della Commissione Europea.

Pertanto la Regione Umbria si riserva la facoltà di integrare o modificare le disposizioni recate dal presente avviso in qualunque momento e a suo insindacabile giudizio. 

Scheda Misura 4.1 Regione Umbria PSR 2014 -2020
Procedura a Sportello

Presentazione domanda dal 03/06/2015 Al 31/10/2020

Beneficiari

Agricoltori, persone fisiche e giuridiche singoli o associati la cui azienda  è ubicata nella territorialità della Regione Umbria ed iscritte alla Camera di Commercio.

Enti pubblici o associazione agrarie comunque denominate (comunanze, università, ecc.) a condizione che conducano direttamente i loro terreni agricoli di proprietà.

Cosa finanzia

acquisto di fabbricati aziendali purché finalizzati al miglioramento delle prestazioni economiche e sostenibilità globali dell’azienda ed a condizione che il fabbricato acquistato sia oggetto di ristrutturazione per non meno del 100% del costo dell’acquisto. In tutti i casi il sostegno pubblico per l’acquisto non può essere accordato per una spesa superiore ad € 500/mq di Superficie Utile Coperta. In tale ambito è consentito l’acquisto di fabbricati da adibire a punti vendita e/o trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli in ambito aziendale. Sono esclusi i fabbricati ad uso abitativo o da adibire ad altre attività extra agricole connesse.

acquisto di terreni nel rispetto del 10% della spesa totale sostenuta a consuntivo, ai sensi dell’articolo 69 del reg 1303/2013, solo se strettamente correlato alla realizzazione di uno o più investimenti tra quelli previsti dal piano aziendale.

costruzione, ristrutturazione e/o ampliamento di fabbricati e manufatti da adibire alle attività produttive aziendali, comprese le relative attrezzature fisse.

miglioramenti fondiari collegati alla produzione, alla conservazione del suolo, alla protezione delle colture, alla protezione degli allevamenti e delle dotazioni aziendali;

miglioramento di impianti irrigui preesistenti o realizzazione di nuovi impianti nel rispetto delle disposizioni di cui all’art. 46 del regolamento UE n. 1305/2013;

acquisto di dotazioni aziendali quali nuove macchine motrici e operatrici, attrezzature agricole, comprese le dotazioni informatiche (hardware e software) e gli allestimenti anche su mezzi non agricoli da adibire al trasporto di prodotti agricoli da destinare alla vendita (è escluso l’acquisto del mezzo), purché non di mera sostituzione, salvo casi debitamente giustificati.;

acquisto di nuovi impianti tecnologici finalizzati al trattamento e/o trasformazione e commercializzazione di prodotti, sia in entrata che in uscita,dell’allegato I del Trattato e di provenienza prevalentemente aziendale (in termini di PST produzione standard totale). Inoltre gli impianti devono essere dimensionati alle quantità di prodotto da trasformare/trattare.

acquisto di  beni immateriali quali brevetti, licenze, diritti d’autore e marchi commerciali;

realizzazione di strutture per il miglioramento dell’efficienza energetica, di impianti per la produzione di energia a partire da fonti rinnovabili, commisurati  ai  fabbisogni aziendali e comunque di potenza massima installabile di 1 MW elettrico ed a condizione che non vengano utilizzate produzioni provenienti da colture dedicate, così come previsto dall’Accordo di Partenariato;

spese per informazione e pubblicità, se previste;

studi di fattibilità, onorari di professionisti e consulenti, spese per garanzie  fideiussorie, spese tecniche e spese generali connesse ai costi di cui ai punti precedenti, ivi comprese le spese per la presentazione delle domande e la tenuta dei fascicoli di domanda.

In tutti i casi le aliquote di cui sopra sono ammissibili al sostegno per un’aliquota massima del 12% per investimenti immobiliari e del 5% per quelli mobiliari.

I contributi in natura sotto forma di forniture di opere, beni e servizi sono ammissibili limitatamente a un importo di € 50.000,00 (al netto dei materiali fatturati) se rispettano le condizioni previste dall’articolo 69 del regolamento UE n. 1303/2013.

Non ammissibile

investimenti per la realizzazione di vigneti e per la trasformazione e  commercializzazione nel settore vino in quanto sostenuti con le risorse dell’OCM vino.

IVA;

l’acquisto di terreni per un costo superiore al 10% dell’operazione considerata;

investimenti effettuati allo scopo di ottemperare a  requisiti comunitari già in atto al momento della presentazione della domanda di aiuto ovvero di nuova introduzione;

Interessi passivi.

le spese per l’acquisto di animali, piante annuali e loro messa a dimora;

i semplici investimenti di sostituzione;

impianti ed attrezzature usati;

acquisto di materiale usato o di occasione

opere di manutenzione ordinaria e straordinaria

interventi previsti da altre misure del PSR

Condizioni per essere ammessi al sostegno

I beneficiari al momento della presentazione della domanda devono soddisfare le seguenti condizioni:

a)      essere titolari di un azienda agricola in qualità di proprietari, usufruttuari o affittuari (comprese convenzioni in presenza di cessioni da Enti pubblici);

b)      essere titolari di partita IVA con codice di attività agricolo;

c)      essere iscritti alla CCIAA;

d)     dimostrare, tramite la presentazione di un piano aziendale, che gli investimenti che si intendono realizzare migliorano le prestazioni e la sostenibilità globali dell’azienda agricola.

L’ammissibilità della domanda di aiuto è subordinata alla sottoscrizione da parte del beneficiario di apposita dichiarazione di impegno a mantenere la destinazione d’uso e a non alienare il bene oggetto del sostegno per un periodo di cinque anni decorrenti dalla data di adozione del provvedimento di liquidazione del saldo dell’aiuto.

Non sono ammessi al sostegno impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili che usufruiscono di incentivazioni nazionali.

Prima della presentazione della domanda di aiuto, il beneficiario è tenuto a costituire, il “fascicolo aziendale” e il “fascicolo di domanda

Obiettivo del progetto di impresa Miglioramento delle prestazioni aziendali con particolare riguardo agli aspetti economici in termini di:

  • Introduzione di nuove tecnologie
  • Introduzione in azienda di innovazione di processo e di prodotto
  • Ottimizzazione dei fattori di produzione
  • Diversificazione delle produzioni
  • Integrazione di filiera
  • Sviluppo attività di commercializzazione
  • Miglioramento della qualità merceologica delle produzioni (valore commerciale)

Miglioramento della situazione dell’impresa in termini di sostenibilità globale con particolare riguardo agli aspetti ambientale, sociale e del benessere animale.

  • Investimenti per il benessere animale che vanno oltre quelli obbligatori
  • Adozione di sistemi di tracciabilità del prodotto
  • Adeguamenti funzionali all’adesione a sistemi di qualità riconosciuti a livello comunitario o nazionale/regionale
  • miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro degli addetti
  • Utilizzo di fonti energetiche rinnovabili
  • Risparmio idrico
  • Risparmio energetico
  • Riduzione dell’inquinamento ambientale
Importo progetto

Non è consentita la presentazione di domande di aiuto per un volume d’investimenti inferiore a 15.000 euro.

E’ fissato un limite massimo di 3 (tre) milioni di euro di contributo per ciascuna impresa e per l’intero periodo di programmazione.

Tale limite è raddoppiato a 6 (sei) milioni di euro per le cooperative di conduzione con almeno nove soci.

La spesa massima ammissibile al sostegno per l’intero periodo di programmazione non può superare 12 volte la Produzione Standard Totale (PST) dell’azienda desunta sulla scorta delle tabelle unitarie delle produzioni lorde standard per ettaro coltura e capo

Aliquote di sostegno a fondo perduto Le percentuali del sostegno, calcolate sulla spesa ritenuta ammissibile al sostegno, sono pari a:

  • 40% per gli investimenti immobiliari e fissi per destinazione (impianti);
  • 20% per investimenti mobiliari (macchine attrezzature e investimenti immateriali);

Le aliquote di cui sopra sono maggiorate fino ad un ulteriore 20% come segue:

  • 10% per i giovani agricoltori come definiti all’articolo 2, lettera n) del regolamento  (UE) n.1305/2013 (meno di 40 anni al momento della presentazione della domanda di aiuto, possesso di adeguate capacità e competenze professionali, insediamento per la prima volta in qualità di capo azienda),  che si sono insediati nei cinque anni precedenti la presentazione della domanda di aiuto, indipendentemente dal fatto che abbiano presentato una domanda di sostegno per il primo insediamento. Nel caso di persone giuridiche, la maggiorazione del 10% è assegnata esclusivamente a quelle nell’ambito delle quali il/i giovane/i detenga la prevalenza delle quote societarie.
  • 10% per investimenti ricadenti nelle zone soggette a vincoli naturali  di cui all’articolo 32 del regolamento UE n. 1305/2013 (zone montane e svantaggiate , ex articolo 36, lettera a) i) e ii) del reg. 1698/2005).

Per gli investimenti in beni mobili vale il principio della prevalenza della superficie aziendale in tali zone.

Per gli investimenti che riguardano la trasformazione e/o la commercializzazione dei prodotti agricoli allegato I al Trattato, l’aliquota di sostegno è pari a quella prevista per la sottomisura 4.2 e quindi non può superare il 40% della spesa ritenuta ammissibile.

Scadenza

Presentazione “a sportello” che, nella sostanza, consente di presentare le domande ai sensi del presente avviso per tutta la durata della programmazione e precisamente fino all’esercizio finanziario 2020 tenuto conto della regola dell’N+3 che consente di erogare gli aiuti impegnati in un determinato esercizio entro il triennio successivo.

Le graduatorie saranno approvate con cadenze temporali semestrali (step) e riguarderanno tutte le domande presentate in ciascun semestre la cui scadenza è fissata al 30 aprile e al 31 ottobre di ciascun esercizio finanziario.

Ai fini della formazione delle graduatorie di merito per la selezione dei progetti migliori, alle domande ritenute ammissibili sono assegnati punteggi che tengono conto del proponente (maggiore per i giovani), della qualità del progetto in termini di miglioramento delle prestazioni aziendali e della sostenibilità globale, del grado di innovazione, del risparmio idrico e riduzione delle emissioni in atmosfera, del settore produttivo interessato, della dimensione economica (Produzione Standard Totale), della localizzazione aziendale, dalla presenza di attestato di sostenibilità finanziaria del progetto di investimento, dal numero di dipendenti a contratto indeterminato (OTI), dalla partecipazione a PEI (partenariati europei per l’innovazione (PEI), essere imprenditori agricoli professionali.

Dotazione finanziaria La proposta di PSR per l’Umbria 2014/2020 prevede un’assegnazione finanziaria alla misura 4, sottomisura 4.1, pari a 100 milioni di euro in termini di spesa pubblica totale (quota FEASR, Nazionale e Regionale) per l’intero periodo di programmazione.La Giunta regionale con propria deliberazione n. 529 del 20 aprile 2015 ha assegnato all’annualità 2015 per l’attuazione del presente avviso un importo complessivo di risorse in termini di spesa pubblica pari ad 20 milioni di euro

 

SINTESI ANALISI DI COMPARTO REGIONE UMBRIA

Industria agroalimentare. Il settore agroalimentare riveste un ruolo strategico nell’economia regionale: impiega il 7% degli occupati (tab.4), un valore rispettivamente 3 volte e 3,5 volte superiore al dato europeo e nazionale. Si tratta di 25.500 unità nel 2012. La produttività del lavoro (al 2010) è di 59.958,2 euro, un valore superiore a quello nazionale (54.706,3 euro) (CL16). Le imprese agroalimentari (non solo le industrie) nel 2013 sono 18.187, il 22,1% di tutte le aziende umbre. Rispetto al 2012 vi è stata una contrazione del 3%: le aziende dedite alle coltivazioni e alle produzioni animali sono diminuite di 581 unità, mentre quelle silvicole sono aumentate di 17 unità e quelle dell’industria alimentare sono passate da 862 a 868. Le esportazioni umbre del comparto sono al 2012 solo lo 0,9% del totale nazionale. Il 59% delle esportazioni è verso l’UE: +24,4% rispetto al 2000. Nello stesso arco temporale l’esportazione verso Paesi extra UE è cresciuta del 55,4%.

Tabacco. Nel 2012 le tonnellate prodotte sono state 18.000, pari al 26,7% della produzione nazionale. Rispetto alla produzione nazionale la quota regionale di tabacco è cresciuta perché l’Umbria ha puntato molto sulla ristrutturazione delle aziende tabacchicole: esse risultano solide per dotazione di capitali e dimensione rispetto alle aziende delle altre regioni. Tutto ciò si riverbera anche sulla buona capacità di stare sul mercato: 60,3 mln è il valore della produzione (+14,1% rispetto al 2000).

Cereali. Alta è la produzione di frumento tenero, giunto nel 2013 a 388,3 mila tonnellate, in leggera flessione rispetto al 2012 ma in crescita rispetto al 2000. Complessivamente si può individuare un trend positivo. L’incidenza sulla produzione nazionale è all’11,3% nel 2013, nel 2000 era al 10,6% e ha toccato la punta del 13% nel 2011. La produzione del frumento duro nello stesso periodo è quasi raddoppiata, giungendo a 99,5 mila tonnellate nel 2013. I valori economici al 2012 della produzione sono superiori al 2011 e sono per il frumento tenero di 99,7 mln di euro, per quello duro di 35 mln: rispetto al 2000 si tratta di rispettivamente di +28,3% e +171,6%

Produzione vitivinicola. I produttori umbri puntano molto sui vini a denominazione, ponendosi così nei segmenti di mercato caratterizzati dai prezzi medio-alti. Un aspetto da considerare è che, però, il 55-60% del vino è imbottigliato fuori regione. La produzione di vino da 1.103,4 mila hl del 2006 è scesa a 636,7 mila nel 2012. Il vino continua a rivestire una certa rilevanza: è all’ottavo posto (tra i prodotti agricoli umbri) per 22 valore economico della produzione (32,6 mln nel 2012; 35 mln nel 2011), anche se nel 2000 era al secondo posto, e contribuisce al 4,5% della produzione agricola in termini economici.

Lattiero-caseario. Nonostante la contrazione dal 2005 al 2012 di 26.000 hl di latte prelevato presso le aziende agricole umbre, vi è stata un’espansione della produzione di latte vaccino da 589 mila a 760 mila hl, per un valore nel 2012 di 29,9 mln di euro (+50,7% rispetto al 2000). Le industrie del comparto sono 21 per un totale di 448 addetti (l’1% del totale nazionale). L’incidenza sul valore economico della produzione nazionale è solo dello 0,7%, ma il trend è positivo.

Produzione olivicola. Crolla, invece, la produzione di olio: da più di 80 mln di euro nel 2000 a meno di 20 mln nel 2012. Il 70% dell’olio da olive Umbre è per autoconsumo. I produttori umbri preferiscono puntare più sulla qualità che sulle rese. L’olio DOP Umbria, con quasi 600 tonnellate rappresenta il 7% della produzione italiana di questo tipo di oli.

Carne. Dal 2000 al 2012 si registra una contrazione della produzione di carne bovina, da 22,3 a 14 migliaia di tonnellate. Questo dato va esaminato, però, considerando la crescita della produzione di qualità: ad esempio i capi bovini IGP sono passati da 2.947 del 2010 a 4.470, rappresentando ben il 23,2% dei bovini IGP in Italia. Il valore della produzione complessiva di carne bovina è di 38,5 mln di euro: +5,7% rispetto al 2011, ma -24% rispetto al 2000. Anche la produzione di carne suina si è contratta significativamente, tuttavia, anche per effetto della soccida, si registra un incremento del valore economico della produzione; nonostante la sottovalorizzazione della capacità produttiva, si registra un valore di 87,8 mln di euro, che la pone al secondo posto tra i prodotti agricoli umbri: +6,5% rispetto al 2011, +14,5% rispetto al 2000. Nel 2012 il 2,1% del PLV di pollame è umbro: 61,1 mln di euro, +8,5% rispetto al 2011 e +45,2% rispetto al 2000. Circa un quarto della PLV agricola proviene dalla carne bovina e suina e dal pollame

Ortofrutticoltura. Si tratta di un comparto poco sviluppato e a forte polverizzazione. Si registrano dinamiche positive che segnalano nuove opportunità di reddito per gli agricoltori in collina e pianura. Ad esempio, rispetto al 2000 i pomodori hanno quintuplicato il loro valore, raggiungendo i 18 mln di euro nel 2012; mentre i peperoni l’hanno quasi raddoppiato (+80%), giungendo a 12,5 mln. Insieme i due prodotti danno un contributo alla PLV agricola superiore a quella dell’olio. Complessivamente il valore della produzione ortofrutticola è di 59,4 mln nel 2012: -11% rispetto al 2011, ma +53,3% rispetto al 2000. Esso rappresenta lo 0,5% della PLV nazionale del comparto, ma contribuisce all’8,1% della PLV agricola umbra.

Forestale (CL29). Ben il 46,1% della superficie è coperto da foreste e boschi (Italia: 36,2%; UE: 41,2%). Le aziende con bosco sono passate dal 2000 al 2010 da 22.708 a 12.795. Gli occupati in silvicoltura sono solo lo 0,1% del totale. Le industrie silvicole sono invece 514 per 1.614 addetti. La filiera della forestalegno, così come quella non legnosa risulta poco ammodernata. Il prelievo di legno da lavoro è nel 2012 di 1.311 metri cubi, la metà del 2011 (2.527) e oltre dieci volte in meno del 2001 (14.238). Il prelievo di legno per uso energetico nel 2012 è di 370.296 metri cubi: +17% rispetto al 2001, ma -6,4% rispetto al 2011.

Vendita diretta. È in continua crescita perché rappresenta in molti casi una modalità per le piccole imprese agricole per stare sul mercato. Circa un terzo (37%) esercita la vendita diretta, con punte del 47% in provincia di Terni. Si tratta prevalentemente di aziende di collina e di massimo 20 ha e non dedite alla cerealicoltura.

Qualità agroalimentare. Nel 2011 la superficie destinata a colture biologiche è di 35.127 ha (+13% rispetto al 2010), di cui oltre 8.000 riguardano le foraggere (CL19). Si registra un +42% rispetto al 2010 di superficie biologica coltivata ad olivo e +354% per la vite (da 631 a 2.864 ha). Le aziende biologiche sono 1.332 (+ 8,7% rispetto al 2010). Per quanto riguarda il comparto vitivinicolo l’Umbria si caratterizza per una minore presenza di aziende che si dedicano a produzioni di qualità (Umbria: 19,6%; Italia: 32,1%), però la superficie vitivinicola dedicata a DOP e/o IGP è pari a ben il 60,1%, un valore di quasi 12 punti percentuali superiori al dato italiano: nel 2011 la superficie con produzione DOP e/o IGP è giunta a 13.000 ha (+20% rispetto al 2010). Per quanto concerne l’olivo la superficie DOP e/o IGP scende al 52%, ma è comunque 7,5 volte maggiore dell’analogo dato nazionale (6,9%). Al 2010 più di un quinto degli 23 allevamenti bovini sono IGP e/o DOP, un valore del 33% superiore a quello nazionale (Umbria: 21,5%; Italia: 14,5%)

Diversificazione delle attività agricole. Le aziende agricole sono sempre più orientate alla diversificazione. L’Umbria copre quasi il 10% dell’offerta di posti letto in agriturismi: nel 2012 vi sono ben 1.262 agriturismi, tutti con posti letto e la dimensione media è di 16,5 posti letto per azienda (Italia: 12,9). Le fattorie sociali sono nel 2012 48 (+14,2% rispetto al 2010): si sono più che decuplicate in dodici anni, rappresentando il 2% dell’offerta nazionale. L’1% delle aziende agricole si dedica anche al terzismo come attività agricola e lo 0,2% alla produzione di energia rinnovabile

Fonte: Regione Umbria
Sintesi Bartolomeo Pazienza

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