Allo studio del Ministero dell’Ambiente incentivi per misure anti spreco alimentare

spreco alimentare

In tempi di crisi, si dice, non si butta via niente. Eppure le statistiche ci raccontano un’altra realtà: nell’arco di un anno ogni italiano getta in media tra i rifiuti 76 kg di cibo che significa buttare al macero quasi 80 miliardi di €. E non basta: lo spreco interessa ogni passaggio della filiera agroalimentare.

Soltanto nei campi marciscono 1,2 miliardi di derrate alimentari perché presentano difetti “estetici” o addirittura perché è più alto il costo di raccolta che il ricavo della vendita. La perdita di cibo prosegue nell’ industria alimentare (2 milioni di t) e nella Gdo (6 milioni di t).

Accanto al conto economico non va trascurato quello ambientale: per produrre tutto quello che non consumiamo si usano 1.226 milioni di metri cubi di acqua e si emettono 24,5 milioni di t di CO2.

Cifre diffuse dall’ osservatorio Waste Watcher in occasione della giornata “anti­spreco” voluta dal ministero dell’Ambiente e promossa in collaborazione con Last minute market per sensibilizzare i cittadini e realizzare, insieme agli attori della filiera, un piano d’azione (Pinpas).

Il Pinpas rappresenta un grande progetto di green economy che può produrre riduzione dello spreco, occupazione e innovazione nella ricerca. In effetti, secondo l’osservatorio, con un po’ d’impegno si potrebbero recuperare oltre 3 milioni di t di cibo, per un risparmio complessivo stimato in 8,7 miliardi di €.

Complice la crisi, i consumatori sono già diventati un po’ più accorti: la quantità media di alimenti finiti ogni settimana in pattumiera è scesa da 213 gr di settembre 2013 a 198 di gennaio 2014 e più della metà delle persone che fa la spesa adotta strategie per evitare gli sprechi.

A monte della filiera il ministero dell’Ambiente ha promesso incentivi economici, non quantificati, alle aziende virtuose, alcune delle quali hanno presentato iniziative proprio in occasione della giornata antispreco: dalle eco­vaschette della ristorazione ai rifiuti organici riutilizzati come concime, dalla vendita di prodotti sfusi alle promozioni su quelli in scadenza a progetti di più ampio respiro per monitorare e gestire in maniera più efficiente il processo di produzione, stoccaggio e distribuzione dei prodotti. Fondamentali, infine, le nuove tecnologie e una leale collaborazione di filiera.

Per quanto riguarda la ristorazione scolastica, vanno perfezionati i bandi di affidamento rivedendo le grammature e i menu, che devono essere più vicini alle esigenze e ai gusti dei bambini. La sinergia cibo-famiglia-scuola è inoltre fondamentale per stimolare i giovani consumatori a mangiare di tutto un po’.

Allo studio del Ministero le forme di incentivazioni e le relative coperture.
Fonte Terra e Vita

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