Food Marketing trend in corso, si va verso il click & drive e il touch screen

Francia, punti vendita che utilizzano il metodo click & drive

Francia, punti vendita che utilizzano il metodo click & drive

Tra i top trend per il 2014 del settore food rientreranno i prodotti alimentari orientati alla praticità (per esempio, i cibi precotti, cibi lavati), gli snack salutari, i prodotti “private label”, le confezioni alimentari interattive e le soluzioni “click & drive”, punti vendita in cui i clienti possono passare a ritirare la merce ordinata su Internet.

Un’indagine di ConAgra Foods c, ha svelato che il 59% di tutti i consumatori acquista pasti surgelati a causa della scarsa disponibilità di tempo da dedicare in cucina. I marchi continueranno a soddisfare questa clientela attraverso i pasti precotti, che utilizzano ingredienti freschi e di alta qualità.

Ancora, secondo una recente indagine online, un terzo dei consumatori riferisce di utilizzare il proprio cellulare mentre fa la spesa, più spesso quando si tratta della lista di cose da acquistare o di ricette gastronomiche.

Per un retailer che voglia soddisfare la propria clientela, uno step successivo riguarderà offrire al consumatore la possibilità di selezionare una ricetta, di ordinare gli ingredienti e pagare direttamente da un dispositivo mobile o attraverso dei touch screen accessibili in automobile. Inoltre, l’installazione di un “click & drive” permetterà di essere più competitivi.

I supermercati rappresentano le nuove “scuole di cucina”; la distribuzione al dettaglio inizia a offrire alcuni servizi, grazie ai quali gli acquirenti possono collaborare e imparare gli uni dagli altri. Si tratta quindi di ambienti social, perfetti luoghi per la generazione trentenne che avanza nell’età e a cui piace cucinare. Poiché il consumatore guarda a una “cultura connessa”, il retailer dovrà ripensare alla configurazione del punto vendita, offrendo spazi in cui tutti gli ingredienti di determinate ricette si trovino insieme, portando la creazione del piatto ad un livello in-store.

L’acquisto di prodotti a “private label” da parte dei clienti continua a crescere notevolmente, tanto che entro il 2025 potrebbe raddoppiare. La crescita deriva da due fattori: l’aumento della qualità delle private label, e la distinzione sfocata tra queste e l’industria di marca (i consumatori ormai non notano le differenze tra i due). Molte catene di supermercati stanno creando marchi a più livelli che caratterizzano prodotti di ottima qualità, dal valore aggiunto e innovativi, e che risultano più costosi dei prodotti a marchio nazionale.

Altra tendenza per quest’anno è il packaging interattivo. Il consumatore richiede sempre più informazioni relative al prodotto che vuole acquistare e al suo utilizzo; la confezione spesso è limitante nel soddisfare tutte le richieste. Basta però un’applicazione su un dispositivo mobile e, ad esempio, un QR-code (codice Quick Response) per risolvere il problema: si apre tutto un mondo di informazioni a portata di click, in maniera semplice e divertente.

La generazione trentenne e non renderà il supermercato sempre più social. Questo gruppo di individui è affascinato dai social media, presenti in diversi aspetti della loro vita, tra cui fare la spesa al supermercato. L’evoluzione successiva deve essere il click to buy (clicca per acquistare), cioè i retailer dovranno mettere a disposizione dei consumatori gli ingredienti di una ricetta in modo che possano essere acquistati su Pinterest, Facebook, google+  o altre piattaforme di social media.

Ed infine, i cibi etnici. Nel 2014, i cibi etnici subiranno un’ulteriore evoluzione attraverso il mix di tre mega tendenze: l’aumento della preparazione dei pasti a casa, la necessità di alleviare la noia con alimenti diversi e l’internazionalizzazione del palato (vale soprattutto per il consumatore americano e qualcosa si muove in Italia), ispirato principalmente da spettacoli televisivi di cucina.

I supermercati insegneranno (alcuni già lo fanno) agli acquirenti a preparare piatti di tutto il mondo. A Milano, recentemente, circa 65.000 scolari hanno mangiato all’orientale in mensa: i bambini esposti ai sapori della cucina mondiale ad un’età molto più giovane rispetto alle generazioni precedenti, accettano più facilmente i sapori internazionali.

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