Verso la tassazione delle carni in base alla loro impronta carbonica ed idrica. La Danimarca ne discute

boeuf-maine-anjou-via-www-keldelice-com[1]Mangiare un solo hamburger equivale a usare l’acqua necessaria per due mesi di docce. Al contrario per un chilo di carote bastano 131 litri di acqua.  E se mangiare chilo di maiale produce 12,1 Kg di Co2 con le lenticchie siamo sotto al chilo.

Un chilo di agnello porta con sé una parallela produzione di 39,2 kg di Co2 (l’equivalente di un viaggio in auto di almeno 140 km). Le lenticchie? Siamo sotto al chilo.

Il cibo ricavato dagli animali e consuma acqua almeno da 5 a 10 volte di più di quella che serve ad un’alimentazione vegetale: se per 1 kg di carne bovina sono necessari non meno di 15 mila litri di acqua (più o meno l’equivalente di 110 vasche da bagno), circa 6 mila invece per un chilo di maiale, mentre per 1 kg di riso ne sono sufficienti poco più di 2.500.

Per i vegetali in generale il rapporto acqua-calorie è di 1,34 al litro: la metà della carne di pollo, quasi dieci volte di meno se si prende in considerazione il manzo.

Per questo la Danimarca sta considerando la possibilità di introdurre una tassa per cercare di disincentivare il consumo di carne, considerato troppo inquinante: una tassa sulla carne rossa.

Altro obiettivo è quello di equilibrare proteine animali con proteine vegetali. Attualmente il consumo di proteine vegetali  è del 30% contro il 70%.

Il fabbisogno di proteine è un aumento dato che demograficamente a livello globale saremo in 10 miliardi nel 2050.

La sua indisponibilità è motivo di preoccupazione in quante causa determinante di tensioni geopolitiche. A differenza di grassi e zuccheri le proteine non sono assimilate dal nostro organismo e pertanto dobbiamo introdurle nel nostro organismo in forma di aminoacidi.

Le proteine vegetali son il più valido strumento per combattere l’obesità in quanto amminoacidi privi di grassi.

Ritornando alla Danimarca, il governo ritiene che sia un obbligo etico per i cittadini quello di minimizzare il prprio impatto sul clima e ha pensato di affrontare la questione disincentivando il consumo di carne rendendolo economicamente svantaggioso. 

Da ciò si deduce che si aprono nuove opportunità dalla produzione e trasformazione dei legumi, dalla pasta, ai chips, dai gelati, alle bistecche vegetali personalizzate.

Tutto ciò è intuibile anche leggendo la nuova PAC che valorizza la coltura di legumi sia come sequestratore di azoto e sia come indicatore di buone prassi in agricoltura e la ricerca verso micro alghe, insetti e lieviti.

Fonte: Corriere.it 
Adattamento Bartolomeo Uccio Pazienza

 

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